L’Europarlamento, facendo distinzione tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche, ha infine modificato il proprio Piano di azione anti-cancro, non prevedendo avvertenze sanitarie sull’etichetta dei vini. In questo modo è stato seguito l’appello delle Città del Vino che con il presidente nazionale Angelo Radica avevano sottoscritto una lettera agli europarlamentari italiani insieme a Movimento Turismo del Vino, Unione Italiana Vini, Federazione italiana delle strade del Vino dell’Olio e dei Sapori, Città dell’Olio e Movimento turismo dell’Olio (ovvero tutte le sigle aderenti al Patto di Spello). Anche in Friuli Venezia Giulia le Città del Vino, che sono rappresentate da 29 Comuni e 4 Pro Loco, si è lavorato per raggiungere questo risultato.
“Una decisione che fa tirare un sospiro di sollievo anche al nostro sistema regionale – ha sottolineato il coordinatore delle Città del vino del Friuli Venezia Giulia Tiziano Venturini, che è membro della giunta nazionale dell’associazione – sia di quello produttivo, dalle cantine ai consorzi che di quello ricettivo legato all’enoturismo. Una scelta che tutela quelle realtà, come già accade qui in Friuli Venezia Giulia, che promuovono un consumo consapevole del vino e lo valorizzano come elemento di promozione territoriale, oltre a essere sempre più orientate verso una produzione sostenibile a livello ambientale, economico e sociale. Rimarchiamo che il Piano anti-cancro ha una forte valenza sociale e nei suoi principi generali non può che essere condiviso: era solo la mancata distinzione tra abuso ed il consumo moderato di alcol, due approcci culturalmente ben differenti, che ci avrebbe potuto penalizzare a fronte di un sistema davvero impegnato nel bere consapevole”.