Etichette con alert “sanitari”, divieto di pubblicità e di sponsorizzazione di eventi sportivi, aumento della tassazione e una revisione della politica di promozione, correlata a un sistema di punteggi: queste alcune delle possibili manovre inserite nel documento per l’accesso ai fondi di promozione orizzontale dei prodotti agricoli legato al piano comunitario di lotta al cancro. Se verrà applicato il documento come finora previsto penalizzerà insieme al vino e ad altri prodotti tipici italiani, anche la promozione enoturistica e dei territori. A lanciare l’allarme l’associazione nazionale Città del Vino, che in Friuli Venezia Giulia ha un coordinamento molto attivo il quale raggruppa 32 soggetti tra Comuni e Pro Loco, i quali sono espressione di territori in cui il vino non è solo un elemento economico ma anche dal valore culturale e sociale. Il valore della prevenzione medica nei confronti del cancro rimane fondamentale, non si discute, ma il consumo consapevole di vino e i suoi effetti positivi a livello cardiocircolatorio vanno distinti dal consumo di altri alcolici: questo in sintesi il messaggio delle Città del Vino.
“La relazione approvata nei giorni scorsi dalla commissione speciale per la lotta al cancro (Beca) dal Parlamento Europeo pone un pesantissimo veto al consumo di vino e a un settore che è uno dei fiori all’occhiello del made in Italy, con forti ricadute negative per l’economia dei nostri territori – sottolinea il presidente di Città del Vino, Angelo Radica -. Nella relazione, affermando che non esiste un livello sicuro di consumo di alcol, non si fa alcune distinzione tra il vino e i superalcolici, tra l’abuso e il bere moderato, senza poi considerare come affermato da decine di studi scientifici che un calice di vino al giorno, aggiungo di qualità, riduce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari”.
“Speriamo che queste decisioni – ha aggiunto il coordinatore delle Città del vino del Friuli Venezia Giulia Tiziano Venturini, che è membro della giunta nazionale dell’associazione – non colpiscano le nostre realtà regionali, dalle cantine ai consorzi, che da tempo promuovono un consumo consapevole del vino e lo valorizzano come elemento di promozione territoriale, oltre a essere sempre più orientate verso una produzione sostenibile a livello ambientale, economico e sociale”.
Nello specifico, fanno sapere le Città del Vino, a metà dicembre la Commissione Ue ha pubblicato il documento per l’accesso ai fondi di promozione orizzontale dei prodotti agricoli per oltre 176 milioni di euro, inserendo tra i criteri di accesso alle risorse l’allineamento ad alcuni criteri e documenti strategici, dal Farm to Fork al piano comunitario di lotta al cancro. A gennaio è prevista l’ultima tornata nel Parlamento Ue per poter cambiare il testo della relazione sul Piano europeo di lotta contro il cancro ma, contestualmente, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità si avvia a discutere la fase di negoziato del piano d’azione di lotta contro l’alcol, che prevede misure analoghe, con l’obiettivo di ridurre del 20% il consumo di alcol entro il 2030. A tutto questo si aggiunge il Piano di lavoro 2022 sulla promozione orizzontale in agricoltura, approvato dalla Commissione Ue, e che attribuisce punteggi ai progetti in base alle indicazioni del piano anticancro.
Alla luce di queste novità, paventano le Città del Vino, se nel frattempo non saranno apportate modifiche, i produttori di vino (e di salumi, carni rosse, etc) si vedranno “decurtare” il punteggio di ammissione alle graduatorie dei bandi di promozione in ambito comunitario.
“Temiamo un effetto a valanga per il made in Italy e per la promozione dei nostri territori e del turismo enogastronomico in generale – conclude il presidente di Città del Vino, Angelo Radica -. Chiediamo pertanto alle nostre istituzioni e ai ministri delle Politiche Agricole e del Turismo di intervenire in questa fase finale per scongiurare il pericolo. Sono a rischio anche tanti posti di lavoro in un settore che vale, secondo l’Osservatorio sul Turismo del Vino delle Città del Vino, oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato”.